8 gennaio 2008: "Umiliati e offesi" di F. Dostoevskij
Mi sono lasciato alle spalle il 2007 con un leggero senso di nausea per le feste. Nei primi giorni di gennaio tutti mi augurano sempre che l’anno nuovo sia migliore del precedente, ma se la zingara mi dicesse che questo 2008 sarà uguale, o meglio, vissuto con la stessa intensità e carica positiva del mio 2007, non potrei che ringraziarla, darle una lauta mancia, uscire dalla sua baracca, sorridere mentre mi avvolgo la sciarpa attorno al collo e andarmi a bere un aperitivo con gli amici. Ho riletto un libro molto bello durante queste vacanze. Devi avere quattro o cinque giorni liberi per farlo, perché non puoi perdere il filo che lega le vicende di “Umiliati e offesi”, romanzo dostoevskiano a mio avviso tra i più efficaci. C’è il principe Valkovskij, un cattivo, o meglio il cattivo della letteratura. Ci sono alcune storie, amorose e non, che però sono tutte annodate alla sua esistenza depravata e crudele. Lui le distrugge senza pietà, non curandosi nemmeno di nascondere dietro la propria formale eleganza un’attrazione bestiale per il potere, il denaro, le donne. Abiezione. Tutti gli altri personaggi, umiliati e offesi dalle pieghe della vita, quando non direttamente dallo stesso principe, si affannano per non perdere la dignità, l’unica cosa che il principe non può togliere loro. Ho riso anche, però, immaginandomi il positivo Masloboev, amico ubriacone del protagonista e simpatico chiacchierone, tra le strade di Bergamo, nella nebbia, a caccia di ingiustizie a cui porre rimedio. Mentre dopo l’ultimo grappino esce da un bar di città alta, la moglie, che lo ama molto anche se lui non la porta mai fuori, gli prepara da mangiare in un prezioso servizio di piatti che nessun ospite ha mai ammirato. Ecco, io non solo vi auguro un anno migliore del precedente, ma di incontrare più gente come Masloboev, oppure di tenervela stretta se vi è già successo. Perché c’è sempre un principe che vi può insidiare…
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